8 Marzo: la mimosa è l’outsider dei fiori

Fra poco sarà l’8 Marzo. Non so voi ma a me le mimose piacciono.
Le mimose non sembrano proprio, fiori. Non hanno petali, non profumano. Non puoi farci mamanonmama. Sembrano dei mini pompon, non trovi pistilli, corolla, inizio e fine.
Insomma, per festeggiare le donne come nostro simbolo abbiamo un fiore outsider.

Per festeggiare vi racconto la storia di due donne, due outsider:

Clementine Desseaux ha 27 anni, è una modella “plus-size” ed è bellissima. 3 anni fa lascia Parigi per New York perchè in Europa non ha abbastanza lavoro per il suo tipo di corpo e le sue (incredibile) lentiggini. Già me la vedo, in mezzo a donnoni americani, lavorare per marchi dalla 46 in su. Negli Usa infatti lavora molto ma sempre relegata alla sua “nicchia” di mercato, che comunica pochissimo con il mondo della moda istituzionale, quasi tenuta a distanza, il mondo delle curvy sembra essere chiuso in una scatola dove possa essere controllato,limitato e mai considerato glamour.
Clementine intanto apre un blog ed un profilo Instagram in cui parla di moda ma anche di bellezza e cucina.
Finchè lo scorso 9 dicembre il miracolo accade: si dice che il marchio di calzature di lusso Christian Louboutin abbia scelto proprio Clementine come testimonial per la sua linea di make up. Un enorme passo nella lotta per la rappresentazione delle donne di tutte le forme e dimensioni nella moda ufficiale, una notizia rimbalzata mille volte su twitter e testate giornalistiche online. Sembrava la storia di Cenerentola. Peccato che non fosse vera.

www.bonjourclem.com/

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Clementine aveva semplicemente pubblicato sul suo Instagram un video, fatto da una sua amica e prodotto da Les Mijotés, l’agenzia di businness developement creata da lei e il suo compagno. Laboutin lo nota e lo ripubblica sul proprio account definendola una “natural beauty”: tutti equivocano e ne esce un caso. Ma la cosa positiva sono proprio i numeri impressionanti del rumore mediatico e i commenti entusiastici di chi pensava veramente ad un passo storico: finalmente qualcosa di diverso, un video senza photoshop, con una donna reale. Il supporto c’è, i tempi sono maturi: perché non ci sono più brand che coinvolgono plus-size nei loro casting? Intanto Clementine è diventata popolarissima e nel frattempo ha lavorato come testimonial per la linea over di Levis in Francia, per il brand fantastico e super glamour di Beth Ditto, oltre a far crescere nuovi marchi con la sua agenzia Les Mijotés ed a ricevere molte proposte per scrivere un libro di cucina e far diventare il suo blog una linea d’abbigliamento. Mentre il mondo della moda suda freddo, mantiene il solito baraccone e non ha il coraggio di aprire la porta ad un cambiamento ovvio per tutti tranne che per loro, lei va avanti. Non è una “plus-size” (specie se nelle agenzie si parla di “plus” già dalla 42) , è una modella e basta.

La seconda storia è quella di Jillian Mercado. Anche lei giovanissima, Jillian ha 28 anni e da quando ne ha 12 sta su una sedia a rotelle a causa della sua malattia, la distrofia muscolare. Di famiglia dominicana, vive a New York ed è appassionatissima di moda da sempre: studia merchandising management al Fashion Institute of Technology, fonda il blog Manufactured 1987 e diventa direttore editoriale della rivista online indipendente We The Urban. Jillian ha un viso bellissimo e ha avuto sempre uno stile molto particolare ma mai avrebbe pensato di poter fare il lavoro dei suoi sogni: la modella. Jillian però ci prova e partecipa ad una call della Diesel che, per la direzione artistica di Nicola Formichetti, sta cercando persone vere che in qualche modo rappresentino dei ribelli contemporanei, per la loro nuova campagna. Jillian scrive dicendo che vuole partecipare perchè vorrebbe portare all’attenzione di tutti modelli di bellezza differenti, cambiando le regole. La prendono.

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www.instagram.com/jilly_peppa

Neanche lei ci crede ma è solo l’inizio, cominciano a chiamarla anche altre riviste e brand finchè all’inizio del 2015 firma, prima disabile al mondo, un contratto con l’agenzia di modelle IMG, la cui pagina “About” la dice lunga sul loro approccio differente nel trattare con i modelli che seguono, trattati come talent dal personal branding unico e da coltivare, personaggi con personalità invece che muti interpreti.
“Credo che il settore del modeling si sia bloccato sul concetto di perfezione. Ma siamo tutti esseri umani, ognuno ha difetti ed è una vera boccata d’ossigeno quando riesci a riconoscerti in una pubblicità. A volte queste campagne pubblicitarie le senti così distanti perché non ti piacciono i modelli e ti sembrano appartenenti ad un altro mondo fatto di pura fantasia, quindi non capisci perchè dovresti comprare quei vestiti, dato che non parlano di te.”

Forse non ce ne siamo accorte ma tanti, tanti piccoli passi sono stati fatti durante il 2015 per accogliere e celebrare il concetto di diversità nella comunicazione della moda femminile. Nel tanto celebrato nuovo calendario Pirelli, il primo con donne normali e non modelle (anche vestite) mi ha più scioccato il fatto che si mostrasse, per la prima volta credo, una pancia normale, quella dell’attrice Amy Schumer, con le pieghe dovute alla posizione, senza ritocchi di photoshop. Una Pancia, incredibile.

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http://pirellicalendar.pirelli.com/it/

Ma nel 2015 sono state anche messe in commercio le Barbie Petite e Curvye una bellissima ragazza affetta da vitiligine, Chantelle Williams, dopo essere stata presa in giro tutta la sua infanzia, si è affermata come modella celebrata, per non parlare di tante altre outsider.
Io credo che i passi da fare siano ancora molti e che l’offerta, se non c’è una richiesta, non arriva. Se la richiesta poi affolla, commenta e scrive il proprio dissenso o apprezzamento sui social network, le cose possono cambiare più velocemente. Il 2015 è stato importantissimo, il 2016 non potrà che essere meglio. Le mimose sono fiori  belli  se tutti assieme.

 

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