Tutorial Refashion: ricami e frange su finto Aran | ITA + ENG

Ormai lo sapete, per mia personale scelta etica non compro più nulla per me nella catene fast fashion, a meno che non si tratti di second hand. Il mio shopping compulsivo, economico e divertente, è diventato quello fatto al mercato, dove per tutto l’inverno mi sono tuffata in cumuli di maglioni da uomo di fondo magazziono o di seconda mano (immaginate la scena: io col mio 1.60 e faccia da cartone animato accanto a matrone immense africane e bionde badanti moldave dalla dentatura dorata). Quando trovo i girocollo di Shetland da uomo poi divento una vera feticista, potrei continuare a comprarne di tutti i colori e taglie, anche senza metterli. Ma sono meravigliosi, di qualità eccelsa e tracciatura europea, come resistere? Diciamo che poi il problema è che più un maglione è basico e più mi piace e con la scusa del “lo potrei personalizzare”, il risultato sono cumuli di maglioni tinta unita (di solito grigi, per giunta), stipati ovunque. Sono prevedibile, lo so.
Un giorno ho trovato un maglione anni ’80 da uomo in finto stile Aran: bianco panna con trecce, taglia almeno 50. Lì per lì mi son detta che lo potevo portare, ma sì, su tutto, anche così oversize.

Una foto pubblicata da Gaia Segattini (@gaiasegattini) in data:

(⬆︎Ecco com’era il maglione prima dell’intervento, spilla di Pollaz)

Risultato: la mia anima da designer amante delle cose autentiche proprio non è riuscita ad affezionarsi ad una copia industriale e piatta così sfacciata di qualcosa di vivo e vitale come gli Aran autentici. Cosa faccio? Ho pensato di trasformarlo donandogli più personalità, aggiungendo dettagli e tridimensionalità, ma nello stesso colore di fondo (maledetto minimalismo). Da tempo guardavo con gli occhi a cuore i maglioni oversize pieni di frange gipsy sugli streetsnaps di Pinterest, era tempo di realizzare la mia personalissima ed etica versione.
Inizialmente ho tagliato tanti spezzoni di filato da circa 20 cm, ho piegato ogni spezzone a metà ed infilato il cappio nella cruna dell’ago. Poi ho infilato l’ago in corrispondenza del taglio spalle della maglia (che essendo oversize mi arriva sotto le spalle). Una volta infilato l’ago, l’ho sfilato lasciando il cappietto libero, qui ho infilato le due estremità del filo, creando la prima frangia. Ho continuato per altre volte tutt’intorno al giro manica fino a quando non sono stata soddisfatta del risultato, poi ho pareggiato con le forbici le punte troppo lunghe.

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IMG_4975Per il fronte del maglione ho ricamato a punto catenella seguendo il disegno delle trecce ed aggiunto altri punti qua e là facendomi ispirare dal disegno. Per quanto riguarda le maniche troppo lunghe, ho tagliato il polso, rovesciato il maglione, ristretto ed accorciato la manica tagliando via il tessuto in eccesso e ricucito manica e polso con la macchina da cucirea punto zig zag!

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Due

(La collana nelle foto, fatta a mano con uncinetto e linguette delle lattine recuperate, è di Peekaboo Creative Makers.)

PS: Se vuoi provare anche tu, ti servirà solo un gomitolo di lana, un ago da lana, delle forbici e la macchina da cucire,! E se il refashion ti interessa, dai un’occhiata anche al mio primo libro!

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ENG:

You already know it, because of my personal ethical choice I’m not buying anything from fast fashion chains anymore, unless it’s second hand. Instead, my compulsive, cheap and fun shopping, has become my city’s market, where during all winter I dived into piles of deadstock or second hand sweaters (just imagine the scene: me with my 1.60 height and immense African mamies or blonde Moldovan caregivers with golden teeth, fighting for the same sweater). When I occasionally find some Shetland wool basic crewnecks I become a real feticist, I could buy them in all colors and sizes: they are wonderful and from good old European vintage quality, how can you resist? The problem is that the more basic the sweater is the more I love it, and I keep telling myself “Oh I could customize it”:  the result is piles of plain monochrome sweaters crammed everywhere. I’m so predictable, I know.
One day I found a 80s style fake Aran man sweater: cream white with braids, XL. I decided I could have bought it, even so oversized, it was only 3 euros.
Result: my designer soul, always in love with authentic things failed to become attached to a mass produced and flat copycat of something so authentic the original Aran jumpers are. What should I do? I thought I’d have to transform it, giving more personality by adding details and tridimensionality, but always in the same base color (damn minimalism). From some time I was watching with heart shaped eyes all the oversized sweaters full of gipsy fringes on Pinterest , it was time to make my personal and ethical version.
First of all I cut a lot of yarn pieces (measuring approximately 20 cm), I folded each piece in half and slipped the noose in the eye of the needle. Then I’ve insert the needle at the shoulder cut (that being oversize was at my elbow). Then I pulled out the needle and I’ve inserted the two ends in the loop, creating the first fringe. I’ve repeated other times all around the armhole until I was satisfied with the result, then I trimmed some too long spikes. On the front of the sweater I embroidered by chain stitch following the design of the already made braids and added more stitches here and there, inspired by the existent design. As for thetoo long sleeves, I cut cuffs, turned inside out the sweater, tighten and shortened the sleeve cutting away the fabric excess and stitched together again sleeve and cuff by sewing machine with a zig zag stitch!

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